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Tutto da rifare, ecco quali professionisti potranno davvero accedere ai 600 euro Inps

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I nuovi requisiti del DL Liquidità ridefiniscono quanto previsto dai ministeri del Lavoro e dell’Economia

Come si dice… al peggio non c’è mai fine? Già, e lo dimostra il caos che in queste ore sta prendendo il sopravvento scatenando l’ira dei professionisti iscritti alle casse private. I professionisti, per accedere alla famosa indennità di 600 euro, devono essere iscritti “in via esclusiva” alla cassa di previdenza privata ed essere “non titolari di trattamento pensionistico“. Lo specifica il nuovo decreto Liquidità (DL 23/2020, scarica qui l’eBook riassuntivo del Centro Studi Conflavoro Pmi)

 

Il caos infinito sui 600 euro, l’ultimo capitolo

L’indennità per il mese di marzo ha davvero attraversato ogni tipo di ostacolo: dallo spauracchio del click day fino alla congestione dell’Inps e all’inadeguatezza assoluta, in primis, della stessa cifra. E adesso anche le domande già pervenute sono in bilico, da ricontrollare ed eventualmente depennare.

Tutto viene rimesso in discussione dall’articolo 34 del DL 23/2020, che va a modificare l’articolo 44 del DL 18/2020, ossia il cosiddetto Fondo per il reddito di ultima istanza del Cura Italia. In particolare si specifica appunto che l’accesso ai 600 euro da parte dei professionisti iscritti alle casse di previdenza privata è possibile solo se questa iscrizione è “in via esclusiva” e per “non titolari di trattamento pensionistico”.

L’articolo 44 del del DL 18/2020, da par suo, prevede da parte dei ministri del Lavoro e dell’Economia la definizione, entro 30 giorni dal decreto, dei criteri e delle modalità di attribuzione dei 600 euro. Queste definizioni sono arrivate con il decreto interministeriale del 28 marzo 2020 (leggi qui), in cui mancavano però le specifiche che, adesso, bloccano e ridisegnano tutto. La platea dei richiedenti, in sostanza, sarà molto più ristretta. Non cambiano, invece, gli altri requisiti di accesso basati sul reddito.

 

Domande entro il 30 aprile

Inoltre, il maxi-emendamento del governo al Cura Italia (in via di conversione in legge) prevede che l’indennità non sarà valida per chi ha l’assegno di anzianità e di vecchiaia, mentre sarà accessibile a chi, ad esempio, ricevono una prestazione d’invalidità.

Insomma, ancora non è chiaro come si intende procedere per le indennità di autonomi e professionisti, ma oggi è il 10 aprile e lo stesso decreto interministeriale del 28 marzo dà tempo fino al 30 aprile per fare richiesta dei 600 euro. L’urgenza, quindi, è elevata almeno quanto il caos burocratico che già ha sollevato grandi polemiche dagli ordini professionali.

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