Economia Concordato preventivo, stop ai forfetari e proroga al 30 settembreTra le novità del concordato preventivo biennale, l’aumento al 43% dell’imposta sostitutiva per i soggetti IRPEF e del 24% per quelli IRES sopra 85 mila euro venerdì 14 Marzo 2025venerdì 14 Marzo 2025 Ieri (13 marzo), con il via libera a un decreto correttivo, il Consiglio dei Ministri ha introdotto modifiche significative al concordato preventivo biennale, con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti fiscali e rendere il sistema tributario più flessibile e favorevole per i contribuenti. Una delle principali novità è la proroga della scadenza per aderire al concordato preventivo biennale, che passa dal 31 luglio al 30 settembre 2025. Inoltre, a partire dal 2025, l’accesso al concordato preventivo biennale sarà limitato ai soli contribuenti titolari di partita IVA che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA). I soggetti in regime forfetario, quindi, non potranno più partecipare a questa opzione. Concordato preventivo anche gli autonomia in associazione Un’altra novità importante riguarda il trattamento dei lavoratori autonomi che fanno parte di associazioni professionali o società tra professionisti. Questi lavoratori possono aderire al concordato preventivo biennale solo se tutti i membri dell’associazione o della società accettano la proposta di concordato per gli stessi periodi d’imposta. Se anche uno solo dei soci non aderisce, l’intera struttura perde l’accesso al regime. Il decreto correttivo prevede anche modifiche sostanziali all’imposta sostitutiva prevista dal concordato preventivo biennale. Dal biennio 2025-2026, l’imposta sostitutiva per i soggetti IRPEF aumenterà al 43% e al 24% per quelli IRES, ma solo sopra la soglia degli 85 mila euro. Questa misura intende equilibrare meglio il carico fiscale per i contribuenti, rendendo più sostenibile l’adesione al concordato preventivo biennale. Cosa cambia per chi aderisce Chi aderisce al concordato preventivo biennale beneficia di una serie di vantaggi, tra cui l’esclusione dagli accertamenti fiscali di routine, purché non sussistano cause di decadenza. Ciò significa che i contribuenti che aderiscono al concordato sono al riparo dagli accertamenti basati sulle presunzioni, un beneficio importante che garantisce maggiore certezza fiscale. Inoltre, chi aderisce ai concordato preventivo biennale ha accesso ai benefici premiali del regime ISA, che comprendono vantaggi relativi all’imposta sul valore aggiunto e alla gestione fiscale semplificata. I soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o che decadono dai benefici del regime vedranno intensificati i controlli fiscali, con una maggiore capacità operativa da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Questi controlli potranno includere l’utilizzo di dati provenienti da banche dati interconnesse, incluse quelle contenute nell’Anagrafe dei conti finanziari. Le ulteriori modifiche Inoltre, sono previsti cambiamenti significativi nelle modalità di gestione del concordato, in particolare per quanto riguarda i conferimenti di aziende o rami d’azienda: solo i conferimenti che riguardano interamente aziende o rami d’azienda determinano il blocco o la cessazione del concordato, con la cessazione che si applica sia alla società conferente che a quella conferitaria. Un altro aspetto importante riguarda le cause di cessazione del concordato: se un socio o associato esce dal regime per una causa di cessazione, anche l’intera società o associazione non potrà più determinare il reddito con lo stesso meccanismo del concordato preventivo biennale. Le altre novità del decreto correttivo Inn tema di accise sui carburanti, il decreto correttivo prevede una riforma che modifica il DLgs 504/95, con l’intento di semplificare la gestione fiscale di queste imposte. Inoltre, il decreto legislativo introdotto in esame preliminare modifica il DLgs 19/2023, attuando la direttiva UE 2019/2121 per semplificare le operazioni transfrontaliere, come le trasformazioni, fusioni e scissioni, facilitando così la gestione delle imprese che operano a livello internazionale. In sintesi, le modifiche introdotte dal Consiglio dei Ministri al concordato preventivo biennale offrono opportunità importanti per i contribuenti che aderiscono al regime, ma pongono anche delle limitazioni per i forfetari. I vantaggi principali riguardano l’esclusione da accertamenti fiscali, l’accesso ai benefici ISA, e una maggiore semplificazione per il rispetto degli obblighi tributari. L’intensificazione dei controlli per i non aderenti sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza fiscale per evitare penalizzazioni. La tua crescita passa da una nostra sede Cerca la più vicina a te Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Scopri le altre nostre convenzioni Condizioni agevolate agli associati Conflavoro PMI Leggi tutto Offerta esclusiva dedicata Leggi tutto Nexi, l'innovazione dei pagamenti digitali in Italia Leggi tutto 30% di sconto sulle tariffe web Leggi tutto