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La settimana politica: gli affari con l’Arabia Saudita e la questione Santanchè

In settimana Giorgia Meloni si è recata in Arabia Saudita, dove ha firmato una dichiarazione congiunta con il Primo Ministro Saudita per un partenariato strategico tra i due Paesi e l’avvio di una cooperazione strutturata.

Tra i temi trattati nel corso dell’incontro in Arabia Saudita, come ufficializzato in una nota di Palazzo Chigi, figurano la ricerca di una pace giusta e duratura in Ucraina, il consolidamento del cessate il fuoco a Gaza e la ripresa di un processo politico verso una soluzione dei due Stati, la ricostruzione e un processo inclusivo per la Siria,  l’assistenza al Libano; l’approccio alla transizione energetica basato sulla neutralità tecnologica e sulle interconnessioni tra reti, lo sviluppo di data center e iniziative comuni per il progresso sostenibile in Africa.

Dall’Arabia Saudita al ‘ponte’ con gli USA

Dall’altra parte dell’oceano, l’insediamento del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha già imposto un cambio di passo notevole nella politica americana e, a cascata, in numerosi versanti della politica estera. I primi annunci condivisi durante il discorso di insediamento sono già diventati realtà: dall’espulsione dei migranti ai confini, a cui ha fatto seguito il braccio di ferro con la Colombia, all’uscita dall’OMS e dagli accordi di Parigi, fino al blocco dei programmi per diversità, equità e inclusione negli uffici e dalle agenzie del governo federale.

Il Presidente Meloni, come già anticipato la scorsa settimana unica leader europea presente, sembrerebbe intenzionata a mantenere l’ipotetica funzione di “ponte” tra Stati Uniti e Unione Europea, le cui istituzioni appaiono fortemente preoccupate dalle ultime determinazioni del Presidente americano, mentre sul fronte interno dalle opposizioni fioccano le critiche all’atteggiamento mantenuto dal nostro Presidente in occasione della cerimonia. 

La questione Santanchè

Sul fronte interno la questione Santanché continua a dominare la scena. La Ministra del turismo è stata rinviata a giudizio per l’ipotesi di falso in bilancio in merito alle comunicazioni societarie di Visibilia tra il 2016 e il 2022, il processo inizierà il 20 marzo. Le opposizioni si sono mostrate compatte nelle reazioni – ad eccezione di Italia Viva –, invocando le dimissioni di Santanchè, mentre la maggioranza ha fatto quadrato intorno alla Ministra.

In proposito il Presidente Meloni, incalzata dai cronisti a margine della visita all’Amerigo Vespucci, ormeggiato al porto di Gedda in Arabia Saudita, ha dichiarato: “Io non credo che un semplice rinvio a giudizio dia si per sé motivo di dimissioni, penso anche che la ministra Santanchè stia lavorando ottimamente, dopodiché la valutazione che semmai va fatta è quanto tutto questo possa impattare sul suo lavoro. E questa è una valutazione che va fatta con la ministra Santanchè e che forse deve fare soprattutto la ministra Santanchè, ma è quello su cui io attualmente non ho le idee chiare”.

La protesta contro la riforma della magistratura

Prosegue infine lo scontro tra politica e magistratura sul versante della riforma della giustizia durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Come nel resto d’Italia, dove è dilagata la protesta “silenziosa”, alla Corte di Appello di Roma i magistrati hanno lasciato la Sala Europa non appena ha preso la parola il Sottosegretario Alfredo Mantovano, il quale ha sottolineato come questo atteggiamento sia stato un segno di debolezza, ribadendo che la riforma sulla separazione delle carriere non è contro i magistrati, ma per i cittadini.

Alla cerimonia di inaugurazione svoltasi alla Corte di Cassazione invece, dinanzi al Presidente della Repubblica Mattarella e al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, la Presidente Cassano ha lanciato un appello per un patto per lo stato diritto al fine di alimentare la fiducia dei cittadini, illustrando lo stato di salute del proprio comparto ed affermando che “i dati restituiscono un’immagine della magistratura diversa” da quella rappresentata e “posta alla base di progetti riformatori”. Il Ministro Nordio, in risposta con toni istituzionali, ha definito la riforma “un dovere assunto verso gli elettori”.

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