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Antitrust contro l’equo compenso ai professionisti: “Vìola i principi concorrenziali”

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Domani (30 novembre 2017) a Roma la manifestazione dei professionisti per dire sì alla legge

Fulmine a ciel sereno per l’equo compenso, oggi riconosciuto ai soli avvocati. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, infatti, ha bocciato senza appello l’emendamento al decreto fiscale che ne prevede l’introduzione per tutti i professionisti, approvato al Senato pochi giorni fa.

Il motivo? L’equo compenso reintroduce i minimi tariffari e, pertanto, ostacola la concorrenza tra professionisti. Il parere dell’Antitrust non è vincolante, ma il testo deve ancora affrontare il passaggio alla Camera. Quindi il Governo potrebbe decidere di apportare modifiche importanti in vista della votazione a Montecitorio. Conflavoro PMI ha già espresso la propria soddisfazione per una legge sull’equo compenso.

Il no dell’Antitrust – Il garante della concorrenza ha inviato un’apposita segnalazione ai presidenti di Camera, Senato e Consiglio dei ministri per argomentare la propria posizione. Nel documento viene sottolineato che “la disposizione, nella misura in cui collega l’equità del compenso a paramenti tariffali contenuti nei decreti anzidetti (v. dl 148/2017 e relativo ddl 4741 di conversione, NdA), reintroduce di fatto i minimi tariffari, con l’effetto di ostacolare la concorrenza di prezzo tra professionisti nelle relazioni commerciali con alcune tipologie di clienti c.d. ‘forti’ e ricomprende anche la Pubblica Amministrazione.

Dunque, secondo l’Antitrust, il riconoscimento dell’equo compenso a tutti i professionisti, così come votato al Senato, significherebbe un enorme passo indietro rispetto a quanto legiferato finora in materia. Comporterebbe, si legge nel documento, “un’ingiustificata inversione di tendenza rispetto all’importante e impegnativo processo di liberalizzazione delle professioni in atto da oltre un decennio e a favore del quale l’Autorità si è costantemente pronunciata”.

Il garante della concorrenza, infine, suggerisce che la soluzione all’annoso problema dell’equo compenso possa essere risolto con gli strumenti normativi già in vigore in Italia. “Eventuali criticità connesse all’elevato potere di domanda – scrive l’Antitrust – potrebbero essere affrontate attraverso un migliore utilizzo delle opportunità offerte da nuovi modelli organizzativi o dalle misure recentemente introdotte dal Jobs Act per tutelare i lavoratori autonomi in situazioni di squilibrio contrattuale”.

Confermata la manifestazione nazionale a favore del sì – Dopo la bocciatura dell’Antitrust, acquisisce toni e significati ancora più intensi la manifestazione ‘L’equo compenso è un diritto’, indetta a Roma per domani, giovedì 30 novembre 2017. Si terrà al teatro Brancaccio, organizzata dal Comitato Unitario delle Professioni e dalla Rete delle Professioni Tecniche, guidati rispettivamente da Marina Calderone (presidente nazionale consulenti del lavoro) e Armando Zambrano (presidente nazionale ingegneri).

Anche la politica parteciperà all’evento. Tra gli ospiti attesi, Mariastella Gelmini, Giorgia Meloni, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e i presidenti delle commissioni Lavoro di Montecitorio e palazzo Madama, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi. Oltre a difendere a spada tratta i risultati ottenuti al Senato, gli organizzatori presenteranno il manifesto ‘Alleanza Professionisti per l’Italia’, un programma condiviso che vedrà rappresentare il mondo professionale attraverso un unico soggetto comune.

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