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Codice del lavoro? Ecco come dovrebbe essere per Conflavoro Pmi e perché

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Il ministro Di Maio vuole semplificare il codice degli appalti e annuncia un codice unico del lavoro. Conflavoro Pmi in ciò ha individuato da tempo il primo passo per evitare contenziosi

“Un solo codice per il lavoro? Lo invochiamo da tempo e chiediamo sia davvero accessibile e concreto per tutti. Un codice digitale che sia consultabile in ogni momento e che azzeri le controversie tra le parti”. L’associazione delle piccole e medie imprese Conflavoro Pmi, tramite il presidente Roberto Capobianco, accoglie con favore uno degli ultimi annunci del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che prevede la creazione di un solo codice per il lavoro e garantisce modifiche e semplificazione al codice degli appalti. Un atto che dovrebbe essere avviato entro la fine del mese.

“Quello indicato dal ministro – afferma Capobianco – è uno dei punti qualificanti del manifesto-decalogo per un nuovo lavoro stilato dalla nostra associazione e presentato al ministro e alle istituzioni nazionali negli scorsi mesi. Ne è, anzi, il primo, imprescindibile punto. Per un imprenditore, specialmente se ha un’attività di piccole e medie dimensioni, navigare in una selva di leggi e normative riguardanti il mondo del lavoro è complicato, rischioso e, soprattutto, molto costoso. Provvedere a una semplificazione in quest’ambito, dunque, non può essere che un fattore positivo”.
 

La posizione di Conflavoro Pmi

In attesa di conoscere nel dettaglio le intenzioni del ministro Di Maio, Conflavoro Pmi rilancia la propria posizione in merito. “Bene – sottolinea Capobianco – che si voglia iniziare a deburocratizzare un sistema che spesso, specie negli ultimi anni, ha dato adito a numerosissime controversie. Noi chiediamo, a tal proposito, un codice del lavoro digitale che sia fonte di risposte concrete alle questioni che interessano quotidianamente gli imprenditori. In particolare riteniamo che il codice debba presentare un’appendice che riassuma i principali diritti e doveri delle parti, così da evitare errori procedurali in caso di contenziosi. Sembra una questione di importanza relativa, ma riteniamo sia invece fondamentale tanto per chi fa impresa quanto per i lavoratori stessi. Sempre nell’ottica di una piena sinergia tra le due parti, che come Conflavoro Pmi auspichiamo e promuoviamo da tempo”.
 
“Attendiamo inoltre – chiude Capobianco – novità in ordine al codice degli appalti. Molti imprenditori, soprattutto nel settore dell’edilizia, con l’attuale normativa in vigore, hanno più volte segnalato l’iniquità dell’attuale sistema. Trovare una soluzione più equilibrata, che garantisca la territorialità delle imprese e un vero principio di rotazione degli appalti va anch’esso nella linea di difesa dell’imprenditoria media e piccola, che è la nostra stella polare”.

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