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Tavolo Export, la proposta Conflavoro PMI: e-commerce per il vero Made in Italy

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Nuova riunione della cabina di Regia per l’internazionalizzazione, Conflavoro: “Costo lavoro, burocrazia e tassazione frenano equa concorrenza”

Oggi (12 novembre) nuovo meeting del Tavolo per l’Export e l’Internazionalizzazione. Introdotto da Manlio Di Stefano, sottosegretario al ministero degli Esteri, il confronto ha visto la presentazione del progetto Digital Suite per il Made in Italy ideato da Conflavoro PMI. Per l’associazione è intervenuto il presidente Roberto Capobianco.

Il progetto, presentato negli scorsi mesi al ministero degli Esteri, è suddiviso in due tipologie di azioni parallele. Da una parte è volto a portare le bellezze italiane nelle città più strategiche del mondo e, dall’altra, a portare per portare l’estero in Italia.

Come? Nel primo caso tramite i Virtual Exposition Hub, dei contenitori, degli spazi che virtualmente trasportino nel nostro Paese chi vi accede, facendogli ammirare e scoprire le nostre bellezze e i nostri prodotti. 

Nel secondo caso, il progetto porta l’estero in Italia tramite Vitaly, che significa Virtual Italy ed è una sorta di Netflix italiana. Con uno smartphone o tablet viene inquadrato un prodotto attivando Vitaly, ossia un catalogo che permette di scoprire la contaminazione positiva tra l’azienda che ha creato quel prodotto e il territorio da cui proviene, amplificando con un solo gesto sia la percezione del prodotto sia la bellezza dei nostri territori.

L’Amazon italiana per il Made in Italy, la proposta di Conflavoro

L’obiettivo presentato oggi dal presidente di Conflavoro PMI è un ulteriore step al progetto Digital Suite per il Made in Italy. Si tratta di creare una piattaforma e-commerce del vero Made in Italy, un’Amazon italiana che abbia nella logistica il proprio punto di forza.

“Mai come oggi è necessario tutelare maggiormente le imprese che producono il vero Made in Italy. L’export, l’Italia dal volto internazionale – spiega Roberto Capobianco – è sempre stato il pilastro della crescita economica del nostro Paese e siamo perciò ben felici che i recenti dati dello Studio Sace raccontino finalmente la tanto agognata impennata delle esportazioni verso un ritorno alla normalità. Le imprese italiane che producono il vero Made in Italy devono però essere tutelate, c’è bisogno di regolare la concorrenza globale e l’impatto differente che hanno, rispetto ai competitor, sotto il profilo della burocrazia, della tassazione, del costo del lavoro e della giustizia. Il progetto Digital Suite per il Made in Italy conta anche sulla realizzazione di questi fondamentali aspetti sotto il profilo istituzionali. Per quanto ci riguarda, noi saremo onorati di mettere a disposizione delle istituzioni il nostro know-how e l’esperienza acquisita in questo determinato campo”.

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