Conflavoro / Archivio Conflavoro / Notizie / In evidenza / Convenzione rappresentatività, Conflavoro: “Sindacati non emanano leggi, basta confondere aziende e lavoratori!”
Breaking News

Convenzione rappresentatività, Conflavoro: “Sindacati non emanano leggi, basta confondere aziende e lavoratori!”

Breaking News

L’associazione presieduta da Roberto Capobianco interviene duramente sulla convenzione per la rappresentatività voluta da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil

“La convenzione di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil con Inps e Ispettorato Nazionale del lavoro per pesare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali con l’avallo del ministero? Nient’altro che l’ennesima trovata di natura privatistica dei sindacati storici, che rigurda solo gli iscritti a tali organizzazioni sindacali intenzionate a mantenere la propria egemonia. Sindacati che si nascondono dietro la lotta al dumping cercando così di confondere aziende e lavoratori per seguire i propri interessi e privando le altre associazioni dell’autonomia e della libertà sindacale che spetta loro per legge”. Questo il duro commento di Conflavoro Pmi sul cosiddetto testo unico sulla rappresentatività.

Si cerca la delegittimazione mediatica anche per le associazioni responsabili e rappresentative

“La verità è che questa convenzione – attacca l’associazione presieduta da Roberto Capobianco – conterà soltanto il peso di queste sigle che sindacalizzano meno di 22 mila aziende in Italia su circa 2 milioni di aziende con dipendenti, ovvero una percentuale dell’1,6%. Lo fanno da 70 anni e naturalmente si autoproclameranno sindacati comparativamente più rappresentativi. Già, ma dove sta la comparazione se queste sigle si creano le regole da sole in assenza di una vera legge sulla rappresentatività? La verità è che oggi esistono associazioni datoriali e dei lavoratori di qualità, del tutto legittime, responsabili e altrettanto rappresentative. Eppure da tempo sottoposte a una delegittimazione mediatica e anticostituzionale perché la loro stessa esistenza fa paura”.

“La lotta al dumping è giustissima e la condividiamo da sempre – sottolinea la nota di Conflavoro Pmi –Ciò che deve contare è la qualità del contratto, non il nome del sindacato che lo firma. Da tempo si vuole togliere anche questa libertà e tutto ciò è assurdo e incredibile in uno Stato occidentale di diritto!”.

Lotta al dumping guardando alla qualità del contratto, non al sindacato che lo firma

“Pensiamo alla politica, ai partiti di oggi che hanno avallato la convenzione privatistica. Non esisterebbero se la DC o il Partito comunista avessero fatto una legge – ma questa convenzione, lo ribadiamo, non ha alcun valore di legge – che diceva: ‘Per partecipare alle elezioni dovete avere i nostri stessi iscritti e dati nei sondaggi, altrimenti non potete perché non avete il nostro diritto consolidato di essere presenti, in barba a qualsiasi rispetto dei principi costituzionalmente sanciti’”.

“Bene – conclude Conflavoro Pmi – i partiti di adesso non esisterebbero e oggi saremmo fermi a 70 anni fa, proprio come vorrebbero certi sindacati. Riflettano attentamente su questo la politica, l’Inps e l’Ispettorato del lavoro. Perché per fare una lotta seria al dumping serve regolamentare la qualità del contratto, la retribuzione per i settori e la normativa contrattuale. Confondere le imprese e intimorirle con le circolari emanate dagli organi di vigilanza riporta l’Italia nel passato. A un periodo che nessuno vorrebbe ritornasse, dove c’era un unico sindacato e un’unica forza egemone”.

Scopri le altre nostre convenzioni