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Conflavoro Pmi sostiene protesta consulenti del lavoro: “Sì ad ammortizzatore unico e taglio burocrazia”

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Intervento del presidente Roberto Capobianco: “Basta ostacoli al sostegno per imprese e lavoratori”

Conflavoro Pmi sostiene la protesta odierna dei consulenti del lavoro in piazza Montecitorio. “Quando una categoria di professionisti di ordine primario come quella dei consulenti del lavoro decide di scendere in piazza – afferma il presidente Roberto Capobianco – allora significa che il disagio è davvero forte e non c’è più altro modo per esprimerlo. I Cdl sono vitali per le imprese italiane, nel tempo il loro ruolo si è amplificato e oggi il consulente accompagna il sistema imprenditoriale in ogni sua fase gestionale e di crescita, ma anche e soprattutto nei momenti di estrema difficoltà come l’attuale. Ecco perché le richieste dei Cdl al governo sono anche le nostre e sosteniamo quindi la loro protesta”.
 
“I troppi grovigli normativi e la troppa burocrazia creano da sempre in Italia troppi ostacoli al corretto supporto verso le nostre aziende e lavoratori. Con il Covid – sottolinea il presidente di Conflavoro Pmi – siamo arrivato al caos totale. Sui consulenti è stata riversata una mole di lavoro e responsabilità di dimensioni inimmaginabili, tanto da aver portato la presidente dell’Ordine Marina Calderone a scrivere più di una volta al presidente Conte e al ministro Catalfo per chiedere un’inversione di rotta specie per quanto concerne il capitolo degli ammortizzatori sociali”.
 
“Conflavoro Pmi ha una concezione del lavoro e del sistema imprenditoriale tale per cui il lavoratore è un perno centrale nell’avanzamento dell’azienda. Servivano, come abbiamo sempre chiesto anche formalmente ai tavoli governativi, misure straordinarie per arginare una situazione come la presente, che di ordinario non ha nulla. Era ed è ancora necessaria una sola procedura con causale Covid, un ammortizzatore sociale unico che semplifichi e velocizzi l’erogazione del sostegno almeno nelle ulteriori 18 settimane prospettate, così che si possano evitare anche altre questioni inconcepibili come quella di Fsba”.

“Lo ribadiremo anche al tavolo sugli ammortizzatori sociali al ministero del Lavoro al quale parteciperemo fra pochi giorni. L’Italia – conclude Roberto Capobianco – rischia di andare incontro a tre mesi complicati come mai si è visto prima e non c’è più tempo per rimandare. Occorre agire subito e anzi è già molto tardi. Questo Paese dobbiamo semplificarlo, deburocratizzarlo, renderlo a misura di impresa e lavoratori”.

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