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Deficit al 2,4%: al via reddito di cittadinanza, flat tax e quota 100 per pensioni

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Vince la linea di M5S e Lega, il ministro dell’Economia deve cedere sull’aumento del rapporto tra deficit e Pil. Ecco cosa dovrebbe accadere adesso

Dopo una giornata dalla tensione altissima in cui sembrava potesse addirittura saltare, volente o nolente, la poltrona del ministro Giovanni Tria al dicastero dell’Economia, nella tarda serata di ieri ha vinto la linea di M5S e Lega. Dopo mesi di annunci e passi indietro, dunque, il rapporto deficit/Pil cresce fino al 2,4% per un triennio e vengono finanziati i principali impegni promessi dalla maggioranza con il contratto di governo. La nota di aggiornamento al Def presentato ieri giocava tutto su questo numero. O così o sarebbe saltato probabilmente il banco.

Il ministro Tria, fino al vertice di palazzo Chigi precedente un paio di ore il Consiglio dei ministri, era però disposto a cedere su un deficit fino a circa 2 punti percentuali, discostandosi di pochi decimali rispetto al 1,6% preferito dall’Unione europa. Si tratta di oltre un miliardo a punto.

Ma la proposta di Tria, secondo i due partiti, sarebbe bastato a malapena a evitare l’aumento dell’Iva, sicuramente scongiurato. E invece – ne andava la tenuta del governo – M5S e Lega avevano necessità di finanziare subito i capisaldi economici del programma. Di Maio sottolinea poi che tra i fondi annunciati con la nota di aggiornamento al Def sono previsti anche 1,5 miliardi (1 miliardo sul piatto più altro mezzo miliardo ‘fermi’ in altri fondi) per indennizzare le persone che ha definito i “truffati dalle banche”.
 

Reddito di cittadinanza da 10 miliardi

Via libera, quindi, a un primo potenziamento dei centri per l’impiego (leggi qua la proposta di Conflavoro Pmi) e al reddito di cittadinanza dal 2019. Per il cavallo di battaglia del M5S arrivano circa 10 miliardi, ne serviranno altri e riguarderà, per il M5S, 6,5 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà Istat stabilita in 780 euro. Per il potenziamento dei centri per l’impiego è previsto l’utilizzo di 2 miliardi ed è un’azione propedeutica al corretto funzionamento del reddito di cittadinanza così come previsto dal M5S.

 

Quota 100 per superamento Fornero

Arriva anche la cosiddetta pensione di cittadinanza, ovvero l’innalzamento della minima fino a 780 euro in concomitanza con la quota 100 (62 anni più 38 di contributi) che punta a sostituire la legge Fornero. E’ una misura che volevano fortemente sia M5S sia Lega. Dovrebbe intanto, secondo i calcoli della maggioranza, anticipare il riposo di 400mila lavoratori e, dunque, garantire altrettanti nuovi posti di lavoro per i giovani.

 

Flat tax al via con il primo step

Spazio anche all’avvio della flat tax, con l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato di imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani. Per il leader della Lega – che si è occupata della faccenda in solitaria – ci sarà un’aliquota al 15% e riguarderà dal 2019 un milione di partite Iva. Dal 2020 dovrebbe riguardare i redditi guadagnati e solo nei successivi anni entrerà in vigore una diversa aliquota unica, probabilmente due, per tutti i cittadini.

 

Pace fiscale ancora allo studio

Un altro cavallo di battaglia della Lega, che dopo averla annunciata per le cartelle fino a 100mila euro aveva, negli scorsi giorni, alzato la soglia ipotizzata fino a un milione di euro contro il parere del Movimento 5 Stelle. Con la ‘vittoria’ su un deficit al 2,4%, però, la soglia per la chiusura con sconto una tantum delle cartelle potrebbe tornare intorno ai 100mila euro. Da capire se una soglia sia stata fissata o meno nell’accordo.

 

I prossimi passaggi in vista della Legge di Bilancio

Adesso la prossima data da segnare sul calendario è il 15 ottobre. Il documento programmatico di bilancio per allora dovrà essere trasmesso alla Commissione europea e all’Eurogruppo. E’ un passaggio cruciale per capire gli animi ufficiali della Ue, specie adesso che non stati rispettati gli ‘avvertimenti’ dati più volte al governo italiano sul deficit.

L’esecutivo dovrà poi presentare in parlamento entro il 20 ottobre il disegno di legge di Bilancio: ci saranno gli obiettivi indicati ieri con la nota di aggiornamento al Def e, di conseguenza, le previsioni di entrata e di spesa.

La Commissione europea giudicherà con un primo parere entro il 30 novembre la bozza della prossima Legge di Bilancio italiana e degli altri Paesi membri. Il via libero definitivo da parte di Camera e Senato alla medesima Legge, infine, dovrà arrivare entro il 31 dicembre. E potrebbero anche esserci delle modifiche in parlamento anche in base alle indicazioni di Bruxelles, che molto probabilmente non mancheranno.

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