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Di Maio o Salvini? Ecco le loro proposte per rilanciare economia e imprese

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Il presidente della Repubblica Mattarella potrebbe incaricare Salvini di formare un governo, in quanto leader della maggior coalizione, oppure Di Maio capo politico del partito più votato dagli elettori. Ecco alcune delle loro principali proposte in campo economico


Boom per i partiti dei candidati premier Di Maio e Salvini

Il day after le elezioni politiche ha sancito due dati incontrovertibili, altamente significativi per una serie di motivi: i boom di Movimento 5 Stelle e Lega.

Se il M5S è largamente il primo partito d’Italia (+7% circa rispetto al 25,56% delle politiche 2013), la Lega è diventato il partito di riferimento di centrodestra (+13% circa rispetto al 4,09% di cinque anni fa). Luigi Di Maio e Matteo Salvini, pertanto, sono i due più accreditati all’incarico di formare un governo. Almeno sulla carta.

In ogni caso è evidente che, non avendo alcun partito o coalizione attuale i numeri per un governo di maggioranza, le proposte elettorali delle varie aree subiranno, nella migliore delle ipotesi, degli scossoni.

 

Le principali proposte economiche di Movimento 5 Stelle e Lega

Entrambi i partiti si dicono pronti a una forte sburocratizzazione a favore di imprese e cittadini, puntando molto sulla digitalizzazione del sistema. Il salario minimo garantito, stando ai programmi, è un altro dei punti in comune, così come la volontà di puntare forte sulla cosiddetta economia circolare.

E’ quindi interessante ricordare, tramite un breve excursus, alcune proposte che Movimento 5 Stelle e Lega hanno nei rispettivi programmi per quanto riguarda economia e lavoro.

 

Movimento 5 Stelle

Made in Italy. Per il M5S le qualità italiane devono ricoprire “un ruolo fondamentale nell’era della globalizzazione dei mercati”. Di Maio, pertanto, con la squadra del parlamento, vuole agire a livello legislativo per tutelare il Made in Italy anche informando il consumatore finale, ma sempre in un’ottica di globalizzazione che pur tuteli i lavoratori e gli imprenditori italiani. Nessuna rottura in termini autarchici coi partner europei.

Accesso al credito e risparmio. Il M5S punta a un taglio netto delle leggi e a un inserimento delle 186 mila norme italiane in 40 testi unici. Ciò, secondo i piani del partito, contribuirà a far risparmiare, in media e nel concreto, 7.500 euro a impresa. Prevista anche l’istituzione di una banca pubblica che sostenga le PMI nella loro crescita.

Fiscal compact. Il programma pentastellato prevede la revisione dei trattati di Maastricht, di Lisbona e del cosiddetto fiscal compact, “i quali – si legge – vincolano lo sviluppo economico e impongono la riduzione del debito. Si tratta di riportare la sovranità, che si è spostata nei mercati, all’interno degli stati nazionali, poiché è il diritto che deve prevalere sull’economia e non viceversa”. Si vogliono, pertanto, superare i vincoli economici imposti dall’Europa, favorendo “investimenti in deficit in settori chiave per il benessere dei cittadini e innovativi per il rilancio dell’economia”.

Lavoro autonomo. Il M5S rivendica il proprio contributo al DDL sul lavoro autonomo. Adesso vuole attuare altre proposte finora non accettate. Tra esse: l’esclusione dei professionisti dal pagamento dell’Irap; l’estensione delle tutele ad artigiani e commercianti, la sospensione, in caso di malattia e infortunio, anche dal versamento di tributi, imposte ed esclusione dagli studi di settore/indici di affidabilità; la rateizzazione per la restituzione dei contributi, senza interessi di mora; il riconoscimento della contribuzione figurativa in caso di malattia; la misura minima di contributi per l’accesso alle tutele, calcolata negli ultimi 36 mesi; l’estensione della legge 104/92 anche ai lavoratori autonomi.

Reddito di cittadinanza. Uno dei cavalli di battaglia del M5S. Si legge nel programma: “Esso si configura come uno strumento di sostegno al reddito per i cittadini che versano in condizione di bisogno, l’ammontare dell’erogazione è stabilita in base alla soglia di povertà relativa calcolata sulla base del 60% del reddito mediano equivalente pro capite, calcolata sulla base dei parametri europei che definiscono la condizione di rischio di povertà. […] L’ammontare è attualmente fissato sui 780€ euro mensili per persona”.

 

Lega

Minibot. Trattasi di “un pezzettino di debito pubblico ed è quindi un credito per il cittadino che lo possiederà. I minibot verrebbero assegnati senza formalità e volontariamente a tutti i creditori dello Stato in qualsiasi forma”. I minibot, secondo la Lega, potrebbero essere utilizzati per saldare i debiti dello Stato verso le imprese e i crediti Iva delle PMI e dei professionisti. Secondo il programma, un creditore dello Stato potrebbe accettare fino a 25.000 euro in minibot.

Stop alla delocalizzazione. L’obiettivo è incentivare il rientro delle aziende che hanno delocalizzato negli ultimi dieci anni attraverso “una profonda rivoluzione del sistema fiscale con la Flat Tax al 15% e investimenti pubblici produttivi in particolare per il Sud.

No alla decontribuzione. Per la Lega è necessario “eliminare qualsiasi  forma  di decontribuzione ai fini previdenziali che oltre ad essere fortemente diseducativa, non genera nuovi posti di lavoro se non nell’immediato”. Al posto della decontribuzione, la proposta del programma prevede “un ’credito d’imposta’ che evita il rischio di finanziare attività di comodo o decotte”.

Pagamenti con modello unico. Una delle proposte della Lega parla di “massima semplificazione del costo del lavoro sia in termini burocratici che fiscali, prevedendo l’apposizione di un’unica imposizione per consentire alle imprese di sapere immediatamente quale sia il costo del dipendente”. Altro obiettivo è la standardizzazione del costo del lavoro alla media europea.

Voucher. Salvini considera un fallimento i PrestO utilizzati dalle imprese per retribuire il lavoro occasionale al posto dei vecchi voucher. Propone, dunque, l’utilizzo di una cosiddetta temporary card con cui i lavoratore può fare acquisti e pagamenti come un classico bancomat. Si legge nel programma: “il pagamento della prestazione da parte del datore di lavoro avverrà solo per via telematica attraverso una piattaforma digitale, denominata TW (temporary work), […] con limite massimo di importo prefissato.

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