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Dl Crescita, cosa c’è da sapere su Rottamazione ter e Saldo e stralcio prorogate al 31 luglio

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Un emendamento al Dl Crescita ora in conversione amplia i termini per la pace fiscale

Ci sarà un ulteriore mese di tempo, ovvero fino al 31 luglio 2019, per aderire alla rottamazione ter e al cosiddetto ‘saldo e stralcio’ delle cartelle esattoriali. Lo ha stabilito un emendamento al Dl Crescita in fase di conversione in legge. Le commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera hanno sì dato l’ok alla modifica, ma per essere effettiva si dovrà attendere la fine dell’iter di conversione. Il termine ultimo per l’approvazione definitiva, per l’appunto, è il 29 giugno.
 

Rottamazione, come funziona

La rottamazione ter riguarda le cartelle esattoriali comprese tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017. Consiste nel pagare per intero la somma prevista in origine, al netto di sanzioni e interessi di mora. Con questo emendamento saranno considerate valide anche le domande presentate dopo il 30 aprile scorso, precedente termine ultimo per la presentazione della domanda. I debiti possono possono essere spalmati in rate fino a cinque anni e con riduzione degli interessi sulla rateizzazione, pari allo 0,3% a fronte dell’ordinario 4,5%.

Ricordiamo che la rottamazione è valida anche per i contribuenti residenti nei comuni del Centro Italia colpiti da eventi sismici del 2016 e 2017, anche in questo caso per le cartelle fino al 31 dicembre 2017.

La rottamazione, inoltre, è valida anche per le cartelle relativi alle sanzioni amministrative comminate a seguito di violazione del codice della strada, ma limitatamente agli interessi e alle maggiorazione previste dalla legge.
 

Saldo e stralcio, come funziona

Anche il saldo e stralcio si applica al periodo compreso tra il 2000 e il 2017. Destinato ai contribuenti con reddito fino a 20 mila euro, prevede uno sconto fiscale in base all’Isee del beneficiario. L’Isee va presentato proprio a testimonianza delle difficoltà economiche del richiedente. Al riguardo sono tre le aliquote di riferimento, al 16%, 20% e 35% in funzione di altrettanti scaglioni di reddito Isee: inferiore a 8 mila 500 euro, fino a 12 mila 500 euro e, appunto, fino a 20 mila euro.

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