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Dl dignità alla Camera, giovedì il via libera. Ecco tutte le novità

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In discussione il decreto dignità 2.0: dalla reintroduzione dei voucher al divieto di delocalizzare che diventa più soft, fino agli incentivi per gli under 35

Dopo i lavori delle commissioni Lavoro e Finanze, oggi (30 luglio) il decreto dignità approda alla Camera per iniziare l’iter di conversione in legge. A Montecitorio si discutono le linee generali dell’impianto, mentre domani vi sarà l’esame vero e proprio del Dl 87/2018. Il voto finale, invece, è atteso per giovedì 2 agosto.

Si avvia, dunque, verso la fine il primo maxi-provvedimento del governo Conte in materia di lavoro. Un processo, ricordiamo, molto travagliato mediaticamente parlando, ma non solo. Rispetto al testo approvato in origine dal Consiglio dei ministri, infatti, sono numerose le modifiche che saranno votate in aula.

 

I cambiamenti principali in materia di lavoro

Confermata la stretta sui contratti a termine: 12 mesi più altri eventuali 12 mesi per un totale di massimo 4 proroghe, ma con causali precise e un costo contributivo aumentato dello 0,5% per ogni rinnovo. E confermate, anche se adesso sono molto più soft, le linee sulla delocalizzazione delle imprese che usufruiscono di incentivi statali. Non potranno farlo entro cinque anni dall’erogazione pena il dover restituire l’incentivo con gli interessi. Ma il discorso è valido solo per quelle imprese la cui delocalizzazione causa un taglio di oltre il 50% dei posti di lavoro. Non più del 10% come previsto inizialmente.

Dalla reintroduzione dei voucher (agricoltura, turismo ed enti locali) all’ampliamento temporale (fino al 2020) della decontribuzione al 50% valida 36 mesi con tetto massimo di 3mila euro annui per l’assunzione di under 35 a tempo indeterminato. Ma anche un primo sostegno verso la stabilizzazione degli over 35, attingendo al più alto costo contributivo dei contratti a tempo determinato e alle maggiori entrate previste con l’aumento del prelievo fiscale sui giochi.

Sono queste le novità principali non previste dal decreto già in vigore e che troveranno, invece, il loro posto con la conversione in legge. Ricordiamo che il parlamento ha 60 giorni di tempo per la conversione del Dl a partire dalla pubblicazione del testo in Gazzetta.

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