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Flat tax per imprese, startup e partite Iva: a che punto siamo?

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Dopo la pausa estiva prenderanno il via i lavori parlamentari per l’avvio della riforma fiscale. Ecco l’idea di base sulla flat tax approdata alla Camera

Con l’arrivo di settembre si rinfocola il clima intorno alla manovra economica. Dopo le posizioni più caute delle scorse settimane, il ministro Luigi Di Maio ha nuovamente avuto modo di affrontare il nodo dell’eventuale superamento del 3% del rapporto tra deficit e Pil, anche se il collega del dicastero dell’Economia, Giovanni Tria, non manca di riaffermare l’importanza del rispetto dei vincoli europei. I quali – l’ha detto lo stesso Tria una volta di più – non impediranno il raggiungimento dei tre capisaldi del contratto di governo M5S-Lega. Ovvero quota 100 per le pensioni, flat tax e reddito di cittadinanza.

Per Di Maio ci saranno concrete novità su tutti e tre gli aspetti già in vista del 2019. Ma è, in particolare, sulla questione della flat tax che le acque si stanno davvero muovendo. La copertura a partire dal 2019 dovrebbe essere di circa 3,5 miliardi di euro e la novità, inizialmente, dovrebbe riguardare i cosiddetti Minimi. Si inizia, dunque, da imprese e liberi professionisti. In un secondo momento, trovate le coperture finanziarie, l’aliquota unica (al 20%?) andrà a incidere sui portafogli di tutti i contribuenti.

E’ stata presentata alla Camera, prima della pausa estiva, la proposta di legge a firma Lega – e sottoscritta dal M5S – per l’introduzione dell’aliquota unica al 15% per le partite Iva fino a 100mila euro di reddito annuo. Anche se già si parla di emendamenti per abbassare la soglia a 60mila euro così da non avere difficoltà coi vincoli europei sui Minimi.

Si lavora con Bruxelles al riguardo e l’’avvertimento di Di Maio sugli investimenti in deficit non è, in questa ottica – anche sfruttando il clima infuocato circa l’immigrazione – affatto casuale.
L’aliquota, a prescindere dal tetto, andrà in ogni caso a sostituire l’attuale regime forfettario, il quale prevede soglie diverse a seconda delle attività svolte e un reddito che comunque arriva a 50mila euro.

Una ulteriore novità prevista dalla proposta di legge depositata alla Camera riguarda la cosiddetta mini flat tax. Una aliquota al 5% per gli under 35 e gli over 55 estesa a cinque anni di attività. L’obiettivo è quello di deburocratizzare le attività di Pmi, liberi professionisti e di chi vuole avviare una nuova impresa. Ma anche delle persone fisiche che, magari dopo aver perso il lavoro, decidono di aprire una partita Iva e di mettersi in proprio.

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