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Green pass, Conflavoro PMI: “Registrare lavoratori ed estendere contratto di sostituzione”

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Il presidente Roberto Capobianco al Senato: “15 ottobre rischiamo venerdì nero, va scongiurato con provvedimento urgente del governo”

Oggi (7 ottobre) Conflavoro Pmi è stata audita dalla commissione Affari costituzionali del Senato in vista della conversione in legge del DL 127/2021 sull’estensione dell’obbligo del green pass dal 15 ottobre. Tra i punti critici evidenziati dal presidente Roberto Capobianco, quelli della privacy, delle sanzioni ai datori di lavoro e della sostituzione dei lavoratori privi di certificazione. Per Conflavoro Pmi, infatti, bisogna evitare rallentamenti in azienda e una superflua (quantomeno in caso di vaccino) reiterazione dei controlli. È quindi necessario che il responsabile delle verifiche possa registrare la data di scadenza del green pass, andando in deroga a quanto previsto dalla privacy attuale.

“Inoltre per evitare che il 15 ottobre sia un venerdì nero – la proposta di Roberto Capobianco – chiediamo al Governo un provvedimento urgente che imponga ai lavoratori del settore privato di comunicare al datore di lavoro le proprie intenzioni almeno uno o due giorni prima del 15 ottobre. Se, cioè, vogliano sottoporsi a vaccino oppure al tampone. Non possiamo rischiare il caos in azienda”.

“Sempre sulle modalità di verifica, c’è poi un altro punto fondamentale da chiarire. Il decreto lascia infatti spazio a interrogativi e dunque a interpretazioni da parte degli enti di controllo. L’azienda in buona fede non può rischiare di essere sanzionata a causa della vaghezza della norma. In tal senso devono anche essere meglio esplicitate le modalità di verifica a campione, sempre per evitare che l’azienda sia sottoposta a sanzioni”.

“Per quanto concerne il contratto di sostituzione, Conflavoro Pmi chiede di estendere questa possibilità anche alle aziende sopra i 15 dipendenti in modo da garantire a qualsiasi azienda la continuità operativa. Non c’è motivo giuridico per non farlo. Di contro, ci sono invece 3,5 milioni i lavoratori del settore privato ancora sprovvisti di certificazione verde, pari a circa il 25 per cento del totale. Quindi non possiamo limitare la sostituzione del lavoratore sospeso. Pertanto, il contratto di sostituzione è necessario sia rinnovabile a oltranza fino al 31 dicembre 2021, anche perché spesso – conclude Roberto Capobianco – al lavoratore serve una specifica formazione e c’è bisogno di tempo per inserirlo a regime nel sistema produttivo.”

 

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