Breaking News In Italia non si fa più impresa: aperture stabili, ma chiusure in aumento giovedì 26 Luglio 2018 Breaking News Nel secondo trimestre 31mila nuove imprese, ma altre 5mila alzano bandiera bianca. Il Sud fa da traino, alberghi e ristoranti fanno sopravvivere il segno più, arranca l’artigianato Sono 5mila le imprese sparite nell’ultimo anno prendendo come riferimento il trimestre aprile-giugno. Difatti, nonostante siano circa un migliaio al giorno le nuove attività aperte, altre 670, sempre quotidianamente, chiudono i battenti. Sono le attività professionali, il settore dei servizi e il turismo a far sì che il segno più resista e il bilancio sembri, all’apparenza, positivo. Il refrain, però, è sempre il solito da ormai una decade e significa che le conseguenze della crisi non accennano ad attenuarsi. Oggi, in Italia, non c’è più la possibilità di fare impresa. Mancano gli incentivi, gli sgravi fiscali e, in compenso, abbonda la burocrazia a tutti i livelli e il costo del lavoro è tra i più esorbitanti in Europa. Sono gli ultimi dati forniti da Unioncamere-Infocamere a fotografare lo stallo del Paese e il rallentamento rispetto al 2017. Il saldo attivo, come detto, è inferiore di circa 5mila unità rispetto a 12 mesi fa: oggi 31.118 nuove imprese, a giugno 2017 35.803. A fronte di un numero di iscrizioni in Camera di commercio in linea con quello dello scorso anno, nel secondo trimestre 2018 è stato dunque determinante il maggior numero di chiusure, circa 4mila in più rispetto a 12 mesi fa. Traino positivo dal Centro-Sud, ma l’artigianato arranca Il saldo trimestrale fa registrare il segno più in tutte le macro-ripartizioni. In particolare, il 38% dell’intero saldo (12.100 imprese su 31.811) è localizzato nel Centro-Sud. Un terzo, in particolare, nella sola Campania: +4.071 unità, di cui 230 artigiane. Un altro 25% spetta alle regioni del Centro, con 7.968 imprese di cui 671 artigiane. Al Nord, invece, l’unica eccezione dove il saldo è negativo conduce alla regione Veneto e alla componente artigiana. A giugno 2018, infatti, si contano 48 imprese del settore in meno. Non se la passano meglio, sempre nell’artigianato, neppure in Molise (-21 imprese), Sicilia (-59) e Sardegna (-2). Su il turismo, giù il manifatturiero Come abbiamo visto, il segno positivo generale è dovuto soprattutto ai settori legati al turismo. L’avanzamento più sensibile giunge dalle attività di alloggio e ristorazione, che nell’ultimo trimestre registrano 5.299 nuove imprese. A seguire il commercio (+5.064) e l’agricoltura (+4.394). In termini relativi, invece, la crescita più accentuata si è registrata nelle attività dei servizi alle imprese e in quelle dei servizi professionali, tecnici e scientifici, cresciute dell’1,3% a fronte di una crescita meda dello 0,5%. Oltre la soglia dell’1% anche alberghi e ristoranti (+1,2%) e sanità e assistenza sociale (+1,1%). Guardando al mondo artigiano, nel trimestre primaverile hanno fatto meglio le imprese dei servizi alla persona (956 imprese in più), delle costruzioni (+858) e dei servizi alle imprese (+662). In rosso le attività manifatturiere artigiane (270 in meno nel trimestre) e dei trasporti e magazzinaggio (-158). L’infografica di Unioncamere-Infocamere La tua crescita passa da una nostra sede Cerca la più vicina a te Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Scopri le altre nostre convenzioni 10% di sconto sui tuoi viaggi Leggi tutto Gestione delle risorse umane in un clic Leggi tutto 30% di sconto sulle tariffe web Leggi tutto Nexi, l'innovazione dei pagamenti digitali in Italia Leggi tutto