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Dal Territorio

La Regione Liguria accoglie la sfida del Marchio Unico Nazionale

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TOIRANO – “Promuovere e sviluppare il ‘brand Italia’ dando lavoro agli italiani. Solo così possiamo invertire la rotta e far sì che le piccole e medie imprese possano essere competitive sul mercato globale”. E’ lo strumento strategico dell’associazione di categoria Conflavoro Pmi, e del suo presidente nazionale, Roberto Capobianco, che al meeting tenutosi ieri (venerdi 4 novembre) in comune a Toirano, alla presenza del sindaco Gianfranca Lionetti, ha parlato del Marchio Unico Nazionale, “un sostegno concreto rivolto anche alle imprese liguri, che la nostra associazione promuove a tutela del vero made in Italy per garantire al consumatore finale che il prodotto è stato interamente realizzato da manodopera italiana, utilizzando materie prime e semilavorati italiani”. E’ questo, secondo Conflavoro Pmi, il fulcro da cui partire per ricostruire il tessuto sociale e garantire uno sviluppo alle aziende: “Se oggi tanti chiudono i battenti – insiste Capobianco – è perché manca una vera azione a sostegno del vero made in Italy certificato. E l’unica soluzione è quella di utilizzare lo strumento che valorizzi il nostro ingegno e la nostra creatività, il vero patrimonio italiano, cosa che, fino ad oggi, non siamo stati in grado di fare. Una piccola azienda, da sola, non può competere con il mercato globale. Uniamoci e lavoriamo insieme per dare all’Italia una possibilità di riscatto”. Al meeting, in una sala Arnaldi gremita, erano presenti, oltre ad Armaldo Maria Tagliabue, presidente di Conflavoro Pmi Savona, l’assessore regionale all’agricolutra Stefano Mai, Giovanni Minuto, direttore del CERSAA Centro di sperimentazione e assistenza agricola della Camera di Commercio, capofila del Gal Valli Savonesi, Alessandro Colombara, segretario generale del Ccis, Patrizio Greco, coordinatore nazionale delle Camere di Commercio in Brasile e la consulente del lavoro Simona Pisano.
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E proprio l’assessore regionale ha sottolineato l’importanza di muoversi concretamente per la tracciabilità del prodotto: “Non è difficile – ha detto Mai – ma evidentemente non è consentito. Abbiamo, purtroppo, regole che ci bloccano e per questo stiamo procedendo in maniera autonoma per incentivare le aziende”. L’assessore regionale ha riferito di voler portare avanti l’iniziativa della certificazione del marchio ligure accogliendo la proposta di Conflavoro Pmi, quella di lavorare in sincrono, in modo che chi ottiene il marchio regionale possa ricevere anche il Marchio Unico Nazionale, “perché oltre ad essere liguri siamo tutti italiani”. Con il direttore CERSAA Minuto, inoltre, si lavorerà per creare un importante accordo, quello di far sì che nei bandi di selezione del GAL rientri anche la certificazione di filiera utile all’ottenimento del Marchio Unico Nazionale.

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