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Il semestre di fuoco: pace fiscale, flat tax, centri per l’impiego e reddito di cittadinanza

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Per Di Maio reddito di cittadinanza (con fondi UE) e flat tax sono facce della stessa medaglia. Allo studio anche i centri per l’impiego tedeschi. Ecco la posizione di Conflavoro PMI in merito

I prossimi saranno mesi caldissimi in Italia e non tanto per l’estate che chissà quando ingranerà. Lo saranno se il governo Conte, per mano dei ministri Tria (Economia) e Di Maio (Lavoro, Sviluppo economico, Welfare), riuscirà a portare a termine le riforme previste. Tre i passaggi previsti, quasi propedeutici gli uni agli altri nelle idee e nei calcoli dell’esecutivo.
 

Flat tax: super agevolazione per le startup e platea dei minimi allargata

Massimo Garavaglia, viceministro dell’Economia in quota Lega, ha annunciato che già da agosto potrebbe essere introdotta una flat tax ‘versione light’. La sua applicazione riguarderebbe i lavoratori autonomi, gli artigiani, le piccole partite Iva a partire da quelle al regime dei minimi.

L’obiettivo, peraltro, è di allargare la platea di questi soggetti forfettari con aliquota al 15%, così da agire anche a livello di snellimento burocratico. Si passerebbe da circa 950 mila soggetti a un insieme di 1,5 milioni di contribuenti a partita Iva. Un primo banco di prova importante per testare l’efficacia – in tutti i sensi – della flat tax.

Per le startup, invece, la flat tax potrebbe scendere al 5% parametrata a coefficienti di redditività diversi a seconda delle categorie di attività. Lo scopo, in ogni caso, è quello di garantire ulteriori, ottime agevolazioni a chi decide di avviare una nuova impresa.

L’introduzione della flat tax, in definitiva, sarà graduale anche per le imprese. L’obiettivo è arrivare – stando alle attuali ipotesi – all’aliquota unica al 20% per i redditi superiori agli 80 mila euro.

 

Pace fiscale, il biglietto da visita economico della Lega

La pace fiscale si accompagnerà alla flat tax. Sarà una sorta di liberi tutti per chi ha debiti con lo Stato entro i 100 mila euro. Riguarderà, infatti e almeno nell’immediato, la rottamazione di tutte quelle cartelle esattoriali sotto questa cifra, che rappresentano il 94% del totale.

L’ha sottolineato il ministro dell’Interno Matteo Salvini durante le celebrazioni per il 224° anniversario della fondazione della guardia di finanza. “Ora – ha affermato – tocca al governo semplificare il sistema fiscale. Ridurre le tasse e, da subito, chiudere tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro”. Un passo, secondo Salvini, necessario “per liberare milioni di italiani incolpevoli e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”.

 

Centri per l’impiego alla tedesca e reddito di cittadinanza con fondi europei

“Il debito pubblico lo si deve ridurre con una ricetta”, ha affermato Di Maio a margine del summit dei ministri del Lavoro UE. “L’unica ricetta che non funziona è quella degli ultimi anni che lo ha fatto aumentare, cioè l’austerity, i tagli ai servizi essenziali dei cittadini. Se veramente vogliamo ridurre il debito pubblico dobbiamo fare gli investimenti. Aumentare la domanda interna col reddito di cittadinanza e fare una riforma fiscale con la flat tax”.

Due gli obiettivi che il governo Conte vuole raggiungere in questo semestre. Da una parte “la ristrutturazione dei centri per l’impiego – ha spiegato – per cui avrò un incontro a Berlino nelle prossime settimane con l’assessore al Lavoro tedesco per vedere il loro modello”. E, dall’altra parte, Di Maio ha sottolineato come il reddito di cittadinanza, al primo punto strettamente correlato, passerà “sicuramente per un intervento della programmazione economica europea dei prossimi anni”.

Si sfrutteranno, in sostanza, i fondi europei per avviare la misura già nel 2018. “Abbiamo bisogno di centri per l’impiego che riqualifichino i lavoratori che perdono il lavoro”, ha evidenziato Di Maio. “E di un reddito di cittadinanza che gli dia un reddito mentre loro si formano per essere inseriti nei nuovi lavori”.

 

Roberto Capobianco, Conflavoro PMI: “Ecco nostra proposta per riformare centri per l’impiego”

Un’idea, questa della riforma dei centri per l’impiego, che incontra il consenso dell’associazione delle piccole e medie imprese Conflavoro PMI. “Siamo in attesa di capire come si evolverà, ma possiamo dire – ricorda il presidente Roberto Capobianco – che sembra rispondere a una delle proposte contenute nel nostro Manifesto per una nuova idea di lavoroUn decalogo che abbiamo già presentato alla Camera e portato all’attenzione del governo appena insediatosi”.

“La nostra confederazione, difatti, ritiene fondamentale l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione e lo sviluppo. Un’agenzia – sottolinea Capobianco – che naturalmente non si presenti solo come il centro per l’impiego al quale siamo oggi abituati in Italia, cioè un punto di incontro tra domanda e offerta. Ma che analizzi anche i fabbisogni delle aziende e formi le nuove generazioni”.

“Che formi, inoltre, chi desidera evolversi attraverso un percorso di qualificazione professionale. Nelle idee di Conflavoro PMI – conclude Capobianco – per sviluppare in modo efficace questa formazione c’è la necessità di una collaborazione continuativa e intensa tra istituti scolastici, università e imprese. Attendiamo dunque di capire meglio le intenzioni del ministro Di Maio. Ci incontreremo presto per discutere di questa e numerose altre tematiche per rilanciare il mondo del lavoro”.

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