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Recovery fund: cos’è e perché è ancora tutto da decidere

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Il vertice fra i leader europei ha dato l’ok di massima al nuovo strumento chiesto anche dall’Italia, ma i contenuti non ci sono

Una “tappa importante della storia europea. Tutti i 27 Paesi hanno accettato di introdurre, nel contrasto a questa crisi sanitaria, economica e sociale, uno strumento innovativo, il Recovery fund”, a partire dal 2021. L’annuncio, dato da Giuseppe Conte ieri sera in un conferenza lampo al termine del Consiglio europeo presieduto da Charles Michel, conferma ciò che ormai era noto: no agli Eurobond (o Coronabond) per il veto della Germania e una via di mezzo, una sorta di compromesso, con il nuovo fondo, il Recovery fund appunto, che emetterà dei Recovery bond. Ma di cosa si tratta? Di titoli di debito, dei quali però non sono ancora noti importo e modalità di utilizzo.

Di certo c’è che dal 1° giugno sarà operativo il pacchetto da 540 miliardi del piano Bei-Mes-Sure. Bei sta per Banca Europea degli Investimenti, serve per dare prestiti alle imprese di ogni dimensione. Sure sta per Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency, ovvero risorse per la cassa integrazione dei vari Paesi.

Il Mes, oramai, è sulla bocca di tutti (più o meno correttamente) ed è l’acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità. Con l’emergenza, è stato ‘rimodellato’ come accesso senza condizioni ad aiuti per la sanità nell’esclusiva lotta al Covid-19.

 

Ancora tutto da decidere, se ne riparla dal 6 maggio

Ecco perché si tratta solo di un primo via libera. Dopo il Consiglio UE di ieri, infatti, L’Eurogruppo si riunirà entro i prossimi 15 giorni per riprendere a lavorare sul Recovery Fund, come indicato dal presidente Mario Centeno. Entro il 6 maggio, invece, la Commissione UE presenterà una proposta su come dovrà essere il fondo.

Il presidente Conte, intanto, ha definito il Recovery fund “un fondo per la ripresa con titoli comuni europei che andrà a finanziare i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia, ma non solo”. C’è, infatti, sicuramente anche la Spagna tra i ‘grandi’ nelle nostre condizioni. Un fondo emergenziale “urgente e assolutamente necessario”, ma tutto ancora da dettagliare e che servirà al sostegno economico per la ripartenza, una volta cioè terminata la crisi.

I Recovery bond si aggiungeranno quindi agli altri strumenti di stampo comunitario ed essere emessi come titoli di debito garantiti dal bilancio UE 2021-2027. Ursula Von der Leyen ha indicato che la proposta di bilancio UE 2021-2027 sarà presentata la seconda o la terza settimana di maggio.

Il riferimento ai 1500 miliardi di cui parla l’Italia è proprio all’entità di questo fondo. La prima proposta della Commissione UE è di 320 miliardi. Le parti, dunque, sono ben lontane da un accordo. Anche perché il nostro Paese vorrebbe un sostegno a fondo perduto con la mutualizzazione del debito emesso in comune. Che, restando tale, non andrebbe dunque ad aumentare il debito nazionale del singolo Stato.
 

Il nuovo ‘No’ della Germania ai Coronabond poco prima del vertice

Non c’è tempo per i Coronabond, perché ogni Paese dovrebbe ottenere l’approvazione del Parlamento, “e questo sarebbe un processo difficile e che richiederebbe tempo e non aiuterebbe in maniera diretta nella situazione attuale”. Musica e parole, prima del Consiglio europeo, di Angela Merkel. Che poi aveva aggiunto al Bundestag: “Ora si tratta di aiutare velocemente e servirsi di strumenti rapidi per alleviare le ricadute della crisi”.


La posizione del presidente Eurogruppo Mario Centeno

Prima del vertice UE aveva parlato anche il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. “Presento un pacchetto di soluzioni al vertice”, che comprende Mes, Sure e Bei, e “con la flessibilità di tutti potranno essere operative prima del primo giugno”. Queste le sue parole. E ancora, parlando del Recovery fund, aveva affermato che deve essere “commensurato ai costi della crisi, che aiuti a spalmarli nel tempo. Che operi attraverso il budget UE e che mostri solidarietà”.

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