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Dal salario minimo all’aumento dell’Iva: come cambia il governo dopo le Europee

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Dai Dl Crescita e Sblocca Cantieri fino al capitolo Trasporti. E all’orizzonte c’è anche la poltrona dell’Economia con l’aumento dell’Iva a tenere banco. Giorni di fuoco tra Lega e M5S

Salario minimo, flat tax, sicurezza, evasione, aumento dell’Iva sì o no. Da oggi a palazzo Chigi e nei dicasteri chiave romani si deve tornare a parlare di crescita, lotta alla burocrazia e lavoro. Con l’incognita di non poco contro della tenuta del governo. Se ieri (26 maggio) si votava infatti per il rinnovo del parlamento europeo, a scrutinio terminato c’è adesso la concreta possibilità che i risultati delle urne influenzino soprattutto i bilanciamenti nel governo italiano. A distanza di un anno si sono infatti completamente ribaltate le percentuali di forza di Lega e M5S, con il partito del ministro dell’Interno Salvini intorno al 34% e il Movimento del ministro dello Sviluppo economico Di Maio intorno al 17%.
 

Nel nuovo scenario pesa anche il 7% di Fratelli d’Italia

Cosa cambierà – se qualcosa cambierà – nelle pedine dello scacchiere di governo di Giuseppe Conte non è dato saperlo, ma la discussione nei palazzi è già partita. Da entrambe le parti nelle ultime settimane si è intensificato il reciproco rapporto di odio-amore, ma sempre senza minacciare concretamente la tenuta dell’esecutivo. Anzi. Più volte è stato specificato che nulla sarebbe cambiato e che il governo giallo-verde sarebbe comunque andato avanti anche dopo il voto del 26 maggio.

Ma ora che i numeri e il sorpasso della Lega sono realtà – e in tal senso ‘aiuta’ anche il 6-7% ottenuto da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni – è evidente che il vicepremier Salvini mostrerà il conto all’altro vicepremier Di Maio. Conto che, anche non dovesse portare a un effettivo rimpasto, certamente insisterà molto sui punti economici da conseguire, oggi un onere pressoché totale del M5S.

Ma sull’agenda di Salvini, vista la difficoltà di inserire nomi leghisti nei ministeri più pesanti senza la conseguente crisi di governo (dovrebbe del resto farsi ad esempio da parte lo stesso Di Maio, che ricopre il ruolo di ministro non solo allo Sviluppo economico, ma anche al Lavoro), si fanno largo altre poltrone forse meno ‘mediatiche’, ma di certo altrettanto importanti.
 

Trasporti ed Economia nel mirino della Lega?

Ecco quindi che – anche viste le dichiarazioni degli ultimi mesi – potrebbero finire nel mirino di Salvini sia il dicastero dei Trasporti (oggi c’è Danilo Toninelli), dato che le infrastrutture sono fondamentali per far crescere il Paese, ma soprattutto l’Economia, con Giovanni Tria che non è mai stato visto di buon occhio. Tanto da Salvini quanto da Di Maio, in realtà. Significativa, in tal senso, la maggior presenza mediatica’ delle ultime settimane del sottosegretario e uomo chiave della Lega Giancarlo Giorgetti.

Di certo, rimpasto o meno, ai 5 Stelle saranno chiesti cambi di direzione su molti temi prettamente legati allo sviluppo, come salario minimo, pressione fiscale e, più in generale, i decreti Crescita e Sblocca Cantieri. E una fetta importante della partita, soprattutto a livello simbolico, potrebbe giocarsi anche sulla destinazione da dare al ‘tesoretto’ rimasto inutilizzato dal reddito di cittadinanza, bandiera del Movimento. Già con il prossimo Consiglio dei ministri potrebbero esserci novità di non poco conto.

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