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‘Bussola per la competitività’, le strategie della Commissione Europea

La Commissione Europea ha presentato il documento strategico sulla competitività, che indirizzerà le politiche per la competitività dei prossimi anni. Il commento del presidente Capobianco

La Commissione Europea ha presentato il documento strategico sulla competitività, che indirizzerà le politiche per la competitività dei prossimi anni. Si tratta della prima iniziativa consolidata dall’inizio del nuovo mandato europeo, che partendo dalle tre esigenze trasformative indicate da Mario Draghi nel rapporto sulla competitività recentemente pubblicato, definisce l’impostazione da seguire e indica una prima serie di misure guida.

Gli obiettivi per la competitività

Si tratta di linee finalizzate a colmare il divario di innovazione, definire una tabella di marcia comune per la decarbonizzazione e la competitività, ridurre le dipendenze eccessive e aumentare la sicurezza. Questi, che vengono definiti i tre pilastri della bussola, sono integrati da cinque attivatori trasversali che risultano essere fondamentali per attivare la competitività in tutti i settori del sistema comunitario, ovvero: semplificazione, riduzione degli ostacoli del mercato unico, finanziamento della competitività, promozione delle competenze e dei posti di lavoro di qualità, migliore coordinamento delle politiche a livello nazionale e dell’UE. 

Il commento del presidente di Conflavoro

Il presidente di Conflavoro, Roberto Capobianco, è intervenuto in merito. “La Strategia per la competitività dell’Ue ha intenti apprezzabili, ma resta scollegata dalle realtà sociali ed economiche dei Paesi membri, Italia inclusa. Le nostre imprese affrontano crisi continue e una concorrenza spietata, difficile pianificare il futuro in condizioni simili”.

“Il Rapporto Draghi stima in 800 miliardi aggiuntivi annui il fabbisogno per rendere l’Europa competitiva, ma ad oggi non esiste una strategia chiara su come reperire queste risorse. USA e Cina investono massicciamente e hanno regole più snelle – ha sottolineato il presidente di Conflavoro – mentre l’Europa deve ancora ragionare sulle sfide interne e su condizioni di partenza, tra i singoli Paesi, troppo differenti tra loro. Il rilancio non può gravare su imprese e cittadini con nuove tasse, servono incentivi reali, accesso semplificato ai capitali e investimenti sensati. Senza risorse adeguate, la competitività resterà un’illusione. Ora servono fatti, e il governo Meloni dovrà far pesare il suo ruolo nelle scelte comunitarie”.

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