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Crisi: in calo fallimenti e liquidazioni, le imprese respirano

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I dati Cerved fotografano una situazione simile a quella di dieci anni fa


Incoraggianti segni di ripresa da parte delle imprese italiane.
Il numero di fallimenti e di chiusure volontarie, infatti, sta tornando ai livelli del 2007, ossia al periodo subito precedente la crisi economica.

I dati, elaborati da Cerved, raccontano di statistiche moderatamente rosee poiché, ovviamente, è doveroso attendere una solida continuità temporale nelle statistiche. Sono tre le componenti che stanno portando una boccata di respiro all’economia del Belpaese, ovvero le procedure fallimentari, le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie.


Le procedure fallimentari
Fatto sta che i primi sei mesi del 2017, nel confronto con l’analogo periodo del 2016, hanno visto la diminuzione del 15,6% dell’avvio delle procedure fallimentari: si tratta di circa 6 mila 300 imprese in meno. E anche il valore assoluto riporta il numero di fallimenti in linea con quelli del periodo 2001-2006, stando ancora al rapporto Cerved.

Le procedure concorsuali non fallimentari
Anche sotto questo profilo il calo tendenziale è promettente: la percentuale, infatti, è in diminuzione di 16 punti e ciò è dovuto all’apertura, da inizio anno, di 822 procedure. In questo contesto, spiega Cerved, i concordati preventivi confermano la discesa già segnalata nei precedenti rapporti, attestandosi a -31,7%.

Liquidazioni volontarie
La stima profila un calo di 2,5 punti percentuali rispetto al 2016. Le società liquidate a oggi, infatti, si aggirano sulle 29 mila unità. Il livello di chiusure volontarie, dunque e come precisa Cerved, è tornato ai livelli del 2008.

Promossi industria e servizi, edilizia con riserva
Dati positivi per l’industria in senso stretto, dove sia i fallimenti sia le altre procedure da bandiera bianca scendono del 22,4% per ogni voce. Calo anche per le liquidazioni volontarie, con le imprese che registrano un -1,2%. Per quanto riguarda i servizi, diminuzione del 12,9% dei fallimenti e di 1,5 punti delle liquidazioni. Il calo delle altre procedure si attesta sui 14,2 punti percentuali. Il settore edile, invece, pur registrando un calo nei fallimenti di 19,7 punti, resta macchiato alla voce delle liquidazioni volontarie: i dati Cerved, infatti, fotografano un aumento della procedura pari allo 0,2 per cento.

Semaforo verde (quasi) ovunque
A livello di macroaree la percentuale di fallimento è in riduzione dappertutto, con picchi positivi in Trentino Alto Adige (-32%), Friuli Venezia Giulia (-28,6%), Marche (-21,2%), Piemonte (-20,5%) e Veneto (-20,1%). Grave la situazione della Valle d’Aosta, dove le procedure fallimentari, nel confronto col 2016, aumentano del 50 per cento.

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