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Comunicati Stampa

Fantini: “Ok ddl Made in Italy. Ora certificare anche ai prodotti non agrolialimentari”

“Con il ddl Made in Italy si ha un primo, vero intervento organico sul made in Italy e si affronta il tema della lotta alla contraffazione e all’italian sounding attraverso una serie di disposizioni rafforzative dell’apparato sanzionatorio dedicato. Il nostro suggerimento primario è quello di attuare un ragionamento più globale sul riconoscimento delle nostre eccellenze e, dunque, di prevedere una certificazione di qualità dell’intera filiera che conduce alla definizione del prodotto, che sia agroalimentare o meno”. Lo ha affermato Enrico Fantini, delegato di Conflavoro all’internazionalizzazione, durante l’audizione sul ddl Made in Italy in X commissione alla Camera.

“Noi lo chiamiamo Super made in Italy, un marchio di eccellenza per stimolare il raggiungimento di certi standard qualitativi sotto tutti gli aspetti, anche per quanto concerne la manodopera. L’impresa, raggiungendo e mantenendo i requisiti per fregiarsi di tale marchio, riceverebbe contributi a fondo perduto. Sarebbe un traino per far rientrare in Italia le produzioni oggi delocalizzate all’estero. Un processo che può funzionare – evidenzia Fantini – solo con la massima attenzione alle esigenze e alla competitività delle PMI, garantendo ad esempio semplificazione burocratica e specifici incentivi occupazionali”.

Fantini: “Bene ddl Made in Italy. Ora contributi mirati allo sviluppo dell’e-commerce”

Nel ddl Made in Italy, che nel complesso giudichiamo positivamente, si recepiscono inoltre alcune delle più significative proposte di Conflavoro al governo in materia di promozione e tutela del made in Italy. Per il prossimo step – conclude Fantini – riteniamo si debba puntare sull’incentivazione di azioni di co-branding al fine di orientare le attività di promozione del prodotto anche allo sviluppo turistico, sponsorizzando così produttori, prodotti e territori in un’unica chiave sinergica. Per far ciò è necessario preparare il terreno con contributi mirati allo sviluppo dell’e-commerce e con una sempre più sistemica collaborazione tra pubblico e privato, tra istituzioni e associazioni di categoria”.

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