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La settimana politica: dall’audizione di Fitto all’autonomia differenziata

Dall’audizione del Ministro Fitto in Europa fino alla pronuncia della Corte Costituzionale sull’autonomia differenziata: la settimana politica in pillole

Chiudevano alle 14 di oggi, lunedì 18 novembre, le urne in Emilia Romagna e in Umbria. I dati sull’affluenza al momento non sono molto incoraggianti. Si attende il termine dello spoglio per le valutazioni sui risultati e le ricadute sul dibattito politico nazionale, che certamente non mancheranno.

L’audizione di Fitto in Ue

Così come non sono mancate sui principali fatti politici della settimana, a partire dagli esiti dell’audizione di Raffaele Fitto, che è stato ascoltato in qualità di candidato italiano alla Vicepresidenza esecutiva della Commissione Europea presso la Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento Europeo.

Nonostante abbia fermamente rimarcato la volontà di garantire il proprio “pieno e serio impegno a rappresentare gli interessi dell’Ue”, la candidatura di Fitto rimane un ostacolo importante al sostegno da parte dei Socialisti, che hanno apertamente annunciato che non voteranno a suo favore in virtù della sua appartenenza al gruppo dei conservatori dell’Ecr, che non fanno parte della “maggioranza Ursula”.

La strada verso la riconferma di un Von der Leyen-bis è quindi sempre più in salita, esacerbando a cascata i toni dello scontro sul nostro piano interno tra i Dem e Meloni. 

La pronuncia sull’autonomia differenziata

Toni molto accesi anche nella contrapposizione tra Calderoli e il Ministro Nordio, da un lato, e Schlein, dall’altro, a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale sulla riforma dell’autonomia differenziata, che ha segnalato l’incostituzionalità di alcuni profili della legge – tra cui aspetti legati al trasferimento di competenze o la determinazione dei Lep – mettendo di fatto a rischio la consultazione referendaria – che dovrebbe appunto riguardare i ricorsi delle Regioni su cui la Consulta si è pronunciata e sulla quale adesso dovrà decidere la Corte di Cassazione.

Ciascuno dal proprio punto di vista, entrambi gli schieramenti rivendicano delle motivazioni per festeggiare – la maggioranza di Governo perché la legge è salva, l’opposizione perché sottolinea l’incostituzionalità della legge -. Lo scontro tra maggioranza e opposizione si rinvia direttamente al Parlamento, a cui è stata rinviata la trattazione delle modifiche richieste, mentre l’organo stesso si troverà a decidere su premierato e riforma della giustizia, lasciando intravedere fino a che punto si accenderà la discussione, anche all’interno della maggioranza stessa. 

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