Politica La settimana politica: Meloni, i dazi e la scalata di VannacciI 90 giorni senza dazi, il passo indietro con la Cina sulle tariffe per gli smartphone, i 5 Stelle in piazza e il congresso della Lega: l’analisi di Conflavoro lunedì 14 Aprile 2025lunedì 14 Aprile 2025 Appena poche ore dopo il confronto del Premier Meloni con i rappresentanti delle categorie produttive è arrivato il nuovo colpo di scena nella guerra commerciale aperta da Trump. Il Presidente Usa ha infatti annunciato una sospensione di 90 giorni per l’entrata in vigore dei dazi, lasciando in vigore esclusivamente i dazi del 145% sulle merci cinesi e quelli del 25% che colpiscono Messico e Canada, peraltro esentando smartphone, computer e altri dispositivi elettronici. La strategia di Meloni sui dazi Non cambia la prospettiva della visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca in calendario per giovedì 17 aprile, la prima ufficiale dall’insediamento, rispetto a cui la massima ambizione del nostro Premier rimane l’azzeramento dei dazi tra USA ed UE concretizzando la formula “zero per zero”. All’incontro bilaterale con Trump seguirà la trasferta in Italia del Vicepresidente J.D. Vance, che avrà luogo tra il 18 e il 20 aprile. Il congresso della Lega e l’ipotesi Viminale per Salvini Nonostante gli sviluppi legati alla guerra dei dazi abbia monopolizzato la scena, numerosi accadimenti di rilievo hanno interessato la politica interna nei giorni appena trascorsi, a partire dalla conferma di Matteo Salvini per acclamazione a Segretario della Lega fino al 2029. Durante il suo intervento, il leader del Carroccio ha risposto alle sollecitazioni avanzate da Vicepresidenti e Capigruppo del partito, dichiarandosi disponibile a tornare alla guida del Ministero dell’Interno. Ha aggiunto che affronterà la questione con la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e con l’attuale titolare del Viminale, Matteo Piantedosi. Ma da Fratelli d’Italia e Forza Italia è arrivato un chiaro no all’ipotesi di questo genere di cambiamenti, anche al fine di scongiurare un inevitabile rimpasto di Governo. Salvini ha poi consegnato la tessera della Lega a Roberto Vannacci, che ora punta al ruolo di Vicesegretario del partito. La manifestazione del M5S a Roma Ha fatto poi ampiamente discutere la manifestazione del Movimento 5 Stelle svoltasi a Roma contro il riarmo, a cui ha preso parte anche una delegazione del Partito Democratico, nonostante l’assenza di Elly Schlein. Nel suo intervento, Giuseppe Conte, leader del M5S, ha esaltato la forte partecipazione, che secondo gli organizzatori avrebbe raggiunto le centomila persone, e ha celebrato l’approccio neutralista come il punto centrale su attorno a cui costruire un’alternativa di Governo a Giorgia Meloni. Zaia e De Luca, stop al terzo mandato in Regione Sul piano regionale, la Corte costituzionale ha bocciato la legge approvata dalla Regione Campania che avrebbe consentito al Presidente uscente di candidarsi per un terzo mandato, anche dopo due mandati consecutivi. Oltre ad arrestare un’eventuale nuova corsa di Vincenzo De Luca la sentenza blocca anche i desiderata di Luca Zaia in Veneto, i quali tuttavia hanno avuto reazioni differenti: aspramente critico De Luca, che ha definito la sentenza una “tesi strampalata”, mentre Zaia ha osservato che il pronunciamento riguarda esclusivamente la Campania e nasconderebbe, a suo dire, ragioni politiche. Rating, Italia promossa a BBB+ Nella tarda serata di venerdì 11 aprile è infine arrivata, a sorpresa, la promozione a BBB+ del debito italiano da parte di Standard & Poor’s, seguendo così la conferma della scorsa settimana del rating BBB, accompagnato da un outlook positivo, da parte dell’agenzia Fitch. La decisione assume un rilievo particolare alla luce delle recenti turbolenze generate dalle tensioni commerciali stimolate dagli USA, le cui ricadute sono potenzialmente maggiori, è ovvio, sulle prospettive finanziarie dei Paesi come il nostro, con maggiore vulnerabilità sul fronte del debito pubblico. Frena la crescita italiana È noto che l’Italia finora ha resistito grazie all’effetto cuscinetto creato dai risultati di fine 2024, ma il Documento di Finanza Pubblica appena trasmesso al Parlamento parla chiaro: la crescita di quest’anno scende di mezzo punto allo +0,6% rispetto alle previsioni del PSB, lasciando invariato il deficit al 3,3% del PIL calcolato in autunno e attestando il debito al 136,6% (ben 7 miliardi sotto le previsioni). A questo punto, meglio lasciarsi rassicurare dalle parole del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha sottolineato come sia stata “premiata la serietà dell’approccio del Governo italiano”, che continuerà ad adottare una linea di azione basata su prudenza e responsabilità. 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