Caos parcheggi, Della Vista (Conflavoro PMI Rimini): “Nuovi stalli al posto degli alberghi chiusi”

Commercianti, esercenti, residenti sono tutti d’accordo: a Rimini mancano i parcheggi. È caos in piena stagione turistica estiva e durante i tanti convegni e fiere invernali.

A sollevare nuovamente la questione è Corrado Della Vista, Presidente di Conflavoro PMI Rimini e delegato nazionale per la Promozione e accoglienza del territorio, che propone al Comune di trasformare le aree dove sono site strutture ricettive, chiuse da anni e in vendita sul mercato, in parcheggi diffusi coperti da tettoie fotovoltaiche. 

Caos parcheggi, la proposta di Conflavoro PMI Rimini

“In vendita sul mercato ci sono circa un centinaio di strutture ricettive, comprese le piccole pensioni marginali – 25/30 camere –  e sono molte le strutture all’asta già da alcuni anni. I prezzi di vendita, dettati dal mercato, vanno dai 300mila ai 500mila euro a pensione. Una soluzione potrebbe essere quella di, una volta acquistate dal Comune, abbatterle e trasformare le aree in parcheggi diffusi. Se ogni lotto misura circa 800mq, si ricavano circa 100 parcheggi ogni lotto. Con lo spazio di 20 pensioni, si andrebbero dunque a creare circa 2mila posti auto diffusi”. 

La proposta, che Conflavoro PMI Rimini indirizza all’amministrazione comunale,  prevede l’istituzione di un Fondo Park spendibile nelle opere di costruzione dei parcheggi.

“Siamo disponibili a interloquire con l’assessore all’urbanistica e chiediamo un tavolo di confronto con l’amministrazione affinché ci sia un dialogo immediato e propositivo su quello che è un problema che incide sia sull’economia cittadina, sia sul benessere dei turisti”. 

Una proposta sostenibile

Un’idea sostenibile che porterebbe anche alla creazione di una comunità energetica.  “I nuovi parcheggi – spiega Corrado Della Vista – potrebbero essere coperti da tettoie fotovoltaiche progettate con la doppia finalità di coprire vetture in sosta e generare energia. Energia della quale potrebbero usufruire anche le abitazioni e le strutture circostanti e si verrebbe così a creare una piccola comunità energetica alimentata in maniera rinnovabile e sostenibile”.

“C’è bisogno di azioni immediate, anche per risollevare il turismo. È quindi meglio vedere una struttura chiusa da vent’anni o un Fast Park?”.