Registrazioni imprese in calo del 10,7%. Calo maggiore in commercio e servizi di comunicazione

Nell’ultimo trimestre del 2022 si rileva una diminuzione congiunturale del numero complessivo di registrazioni imprese che, al netto dei fattori stagionali, si riducono dello 0,9% rispetto al trimestre precedente.

Secondo l’analisi Istat, i cali maggiori nelle registrazioni imprese si riscontrano nel commercio (-7,1%), nei servizi di informazione e comunicazione (-4,1%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (-2,6%). Su base tendenziale, dopo due trimestri negativi, il totale delle registrazioni imprese segna un ulteriore forte calo (-10,7%) che riflette un andamento negativo diffuso nei vari settori. Si segnalano in particolare quello delle costruzioni, con una riduzione del 24,7%, e la flessione del 17,8% che ha riguardato i servizi di informazione e comunicazione.

Per quanto riguarda i fallimenti, a livello complessivo, si sono fortemente ridotti sia rispetto al trimestre precedente (-22,1%), sia rispetto allo stesso trimestre del 2021 (-23,6%).

Calo registrazioni imprese, il commento del presidente Conflavoro PMI, Roberto Capobianco

“La diminuzione del numero di nuove imprese registrate in Italia è un campanello d’allarme per l’economia del Paese in quanto le nuove imprese rappresentano un motore importante per la crescita economica e nuovi posti di lavoro. Una tendenza – commenta Capobianco – dovuta all’incertezza economica, alle difficoltà burocratiche, ai costi troppo alti del lavoro: tutte limitazioni che scoraggiano gli imprenditori di avviare nuove attività. Per affrontare questa sfida e tornare a generare fiducia, potrebbe essere necessario adottare politiche volte a ridurre le barriere all’ingresso per le nuove imprese, semplificare le procedure burocratiche, promuovere programmi di finanza agevolata e incentivi per la formazione degli imprenditori“.