Terzo Settore Terzo Settore nella formazione professionale, istanze di contributo entro il 17 febbraioCome stabilito dal Ministero, gli enti del Terzo Settore devono dimostrare la natura non lucrativa, capacità organizzativa adeguata e una rete operativa ampia giovedì 6 Febbraio 2025giovedì 6 Febbraio 2025 di Oliviero Casale, componente del CTS Terzo Settore di Conflavoro Il decreto ministeriale n. 8 del 29 gennaio 2024, emanato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, introduce importanti novità per il Terzo Settore e per gli enti privati che gestiscono attività formative. Con l’obiettivo di aggiornare i criteri e le modalità per la determinazione dei contributi previsti dalla legge 14 febbraio 1987, n. 40, il decreto si propone di valorizzare il ruolo strategico degli enti del Terzo Settore nella promozione della formazione professionale. Il contesto normativo Il DM 8/2024 si inserisce nel quadro normativo delineato dalla legge 14 febbraio 1987, n. 40, che disciplina la copertura delle spese generali per gli enti privati gestori di attività formative. Come indicato all’articolo 1, comma 1, “a decorrere dall’anno 2024, i criteri e le modalità per la determinazione dell’entità dei contributi erogati ai sensi della legge 14 febbraio 1987, n. 40, sono definiti sulla base delle indicazioni di cui al presente decreto”. Tra i riferimenti normativi più significativi del decreto si annoverano: Decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo Settore); Decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, relativo ai livelli essenziali delle prestazioni educative; Legge 23 dicembre 2000, n. 388, che regola i fondi interprofessionali per la formazione continua. A chi è rivolto il decreto Il decreto si rivolge principalmente agli enti del Terzo Settore e agli enti privati senza scopo di lucro. In particolare, i destinatari includono: Enti di coordinamento – devono svolgere attività di coordinamento operativo a livello nazionale e dimostrare la loro iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) o ad altri registri pertinenti; Enti coordinati: – devono possedere accreditamenti regionali per la formazione e operare sotto la supervisione di un ente di coordinamento; Regioni e Province autonome – coinvolte nei processi di verifica e accreditamento delle attività formative. Finalità e obiettivi Il DM 8/2024 mira a: promuovere l’innovazione nella formazione professionale, introducendo percorsi personalizzati e il potenziamento tecnologico degli enti formativi; rafforzare la trasparenza nella gestione dei fondi pubblici, come previsto dall’articolo 2, comma 6: “l’istanza di contributo deve prevedere una quota pari ad almeno il 20% e non superiore al 70% del piano finanziario riservata al finanziamento di azioni di sistema finalizzate a favorire la promozione, l’innovazione e l’ampliamento dell’offerta formativa”; favorire l’adeguamento delle competenze professionali agli sviluppi del mercato del lavoro, attraverso soluzioni formative innovative. Modalità di accesso ai contributi Per l’anno 2025, le istanze di contributo devono essere presentate entro il 17 febbraio 2025, come stabilito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Questo termine tiene conto della proroga rispetto alla scadenza ordinaria del 15 febbraio, che cade di sabato, conformemente all’articolo 2, comma 1, della Legge n. 40/1987. Le istanze devono essere compilate e inviate seguendo le istruzioni fornite sul sito ufficiale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. I requisiti per l’ammissibilità includono: dimostrazione della natura non lucrativa, tramite iscrizione al RUNTS o ad altri registri pertinenti; capacità organizzativa adeguata, con almeno tre risorse umane dedicate, di cui due assunte a tempo pieno o part-time per l’intera annualità precedente; rete operativa ampia, che comprenda enti coordinati attivi in almeno cinque Regioni, inclusa almeno una del Mezzogiorno. Per gli anni successivi, i termini di presentazione delle istanze saranno comunicati dal Ministero in base a quanto previsto dall’articolo 2, comma 1, della legge 14 febbraio 1987, n. 40. Ripartizione dei contributi Il decreto prevede una chiara suddivisione delle risorse disponibili: 70% è destinato all’attività formativa dichiarata e attestata; 20% è assegnato sulla base del numero di Regioni e Province autonome in cui sono state erogate almeno 6.000 ore di formazione annue; 10% è riservato al numero di dipendenti impiegati, con un massimo di due per ciascuna Regione o Provincia autonoma. Elementi innovativi del decreto Uno degli aspetti più significativi del DM 8/2024 riguarda il miglioramento qualitativo e tecnologico della formazione. “Le ore di attività formativa dichiarate/attestate devono risultare attuate esclusivamente dai rispettivi enti coordinati, pena l’inammissibilità dell’istanza” (art. 2, comma 4, lettera h). Inoltre, il decreto incentiva: la transizione verso l’apprendimento duale e l’ampliamento delle dotazioni tecnologiche; collaborazioni tra enti formativi e aziende, per favorire l’integrazione tra formazione e lavoro; controlli rigorosi sui contributi erogati: “I controlli a campione saranno effettuati su almeno il 30% delle istanze presentate” (art. 4, comma 2). Impatto sul Terzo Settore Il DM 8/2024 riconosce il Terzo Settore come un attore centrale nella promozione del bene comune. Gli enti del Terzo Settore, grazie al loro radicamento nelle comunità, alla capacità di apprendere dai momenti di difficoltà e di gestire l’incertezza, possono contribuire a costruire un modello sociale antifragile. Questa visione emerge chiaramente dall’articolo 2, comma 4: “gli enti di coordinamento e gli enti coordinati devono dimostrare di non perseguire scopi di lucro, promuovendo un sistema formativo inclusivo e innovativo”. Conclusioni Come CTS Terzo Settore di Conflavoro, riteniamo che il DM 8/2024 rappresenti un passaggio fondamentale per valorizzare il ruolo degli enti del Terzo Settore, fornendo strumenti concreti e innovativi per affrontare le sfide educative e professionali. Grazie all’attenzione posta sulla trasparenza, sull’innovazione e sulla promozione del bene comune, il decreto favorisce lo sviluppo di una società più antifragile, equa e inclusiva. Questa normativa non solo migliora la capacità del settore di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, ma stimola anche la creazione di reti operative ampie e qualificate, consolidando il radicamento degli enti nelle comunità locali. Per approfondire tutti i dettagli, invitiamo a consultare il testo integrale del decreto cliccando qui. 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