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Tutele imprenditrici, le proposte di Conflavoro Impresa Donna al Mimit

Nel nuovo incontro al Mimit, Conflavoro Impresa Donna interviene proponendo alcune nuove tutele per le imprenditrici

Proseguono i lavori delle principali associazioni di categoria partecipanti al Comitato Impresa Donna presieduto da Valentina Picca Bianchi. Il Tavolo, costituito presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si è riunito ieri (5 giugno) focalizzandosi nuovamente – dopo l’incontro di febbraio – sulla tutela della maternità per le imprenditrici.

Il confronto si è inoltre sviluppato sulle numerose altre necessità riscontrate dalla categoria. Per Conflavoro Impresa Donna, guidata da Laura Baldi, è intervenuta Chiara Trifino referente dell’area Relazioni industriali, affiancata da Irene Botta responsabile Relazioni istituzionali. 

Equiparazione uomo-donna passa da congedo parentale

“Condividiamo chiaramente l’obiettivo di equiparare i livelli di tutela della maternità per le donne imprenditrici a quelli oggi esistenti per le lavoratrici dipendenti. Ciò deve tradursi in un’offerta di supporto concreto attraverso strumenti consolidati di servizi e di incentivi o sgravi – afferma Trifino – accompagnata da una normalizzazione dei ruoli e dell’impegno tra uomo e donna nella gestione dei carichi familiari. In tal senso, crediamo sia giusto e improcrastinabile prevedere l’introduzione di un congedo parentale obbligatorio equiparato e suddivisibile tra uomini e donne come accade in gran parte degli Stati europei, senza dunque distinzioni di genere”.

Durante i lavori del Comitato, da Conflavoro Impresa Donna anche una approfondita disanima su altre tutele necessarie alle imprenditrici. “Noi riteniamo che vi siano altri ambiti di sostegno alle donne da meglio definire. I contratti collettivi e gli accordi di II livello, così come gli enti bilaterali e i fondi interprofessionali, possono certamente intervenire in modo positivo”.

La valorizzazione degli enti bilaterali

“I CCNL e gli accordi individuali – spiega Trifino – possono ad esempio prevedere un migliore trattamento della malattia anche nel riguardo delle lavoratrici autonome, così come enti e fondi possono rivelarsi importanti strumenti erogatori di welfare alle imprenditrici madri, come i premi natalità, i voucher per assumere Temporary Manager in grado di sostituire l’imprenditrice durante la maternità, i contributi per gli asili nido”.

“Proprio in relazione a questi ultimi, poi, riteniamo possa essere di grande aiuto semplificare le normative per le autorizzazione all’aperture di nuove strutture aziendali, essendo notoriamente molti meno i posti pubblici disponibili negli asili nido rispetto alla richiesta, peraltro anche con forti disparità tra regioni. Si andrebbe così a rafforzare la sinergia necessaria tra pubblico e privato”.

Detrazioni per le donne imprenditrici

Secondo Conflavoro Impresa Donna è inoltre necessario ampliare e consolidare le eventuali voci di costi familiari da portare in detrazione per le donne imprenditrici, guardando a quegli aspetti che oggi hanno subito dei rincari come ad esempio l’iscrizione ai centri estivi. Per l’associazione potrebbe essere interessante definire un elenco tassativo di voci di spesa specifiche per le detrazioni e gli eventuali bonus.

Sostegno per le cure agli anziani e ai familiari

Nell’intervento di Chiara Trifino – aspetto evidenziato anche da altri interventi – ha infine trovato spazio una riflessione sul sostegno non solo alle imprenditrici madri, ma anche a quelle che devono prendersi cura di anziani o, comunque, familiari che necessitano particolari attenzioni.

“Si tratterebbe di una normazione dirimente e di fondamentale importanza con l’obiettivo di valorizzare al massimo il concetto di gestione familiare, al fine di offrire il supporto adeguato a una donna che accudisce tanto i propri figli piccoli quanto i genitori molto anziani, eventualmente non autosufficienti, o dei familiari stretti bisognosi”.

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